Sono numerose le cave di pietra a lastre in galleria nei dintorni di Prun, tanto che la scaglia rossa è definita anche Pietra di Prun: sono cave attive da molti secoli che si sono sviluppate qualche secolo più tardi rispetto a quelle di San Giorgio e del Monte Solane, che avevano un comodo e diretto contatto con il fiume Adige. Dalla foto si vede chiaramente che lo scalpellino iniziava dall’alto, immediatamente sotto uno strato solido che doveva funzionare da tetto e poi si allargava tagliando il bordo dello strato su cui era seduto, fino a raggiungere dimensioni apprezzabili commercialmente. Dal 1954 è vietato lo scavo in galleria (in alcune cave è possibile vedere le varie fasi di lavorazione, come se fossero state interrotte per magia), per cui le cave a cielo aperto si sono spostate a cielo aperto e con i mezzi attuali non è difficile togliere gli strati superiori spesso frammentati, da cui si ricava un pietrisco utile per massicciate e sottofondi.